CRONACA GIOVEDÌ 26 GENNAIO 2017, 14:30
Portò una famiglia di nigeriani in Francia. Il passeur per umanità Felix Croft a processo al Tribunale di Imperia. Udienza rinviata al 16 febbraio
Passeur, ma non per soldi. Semplicemente per umanità. È il caso del ventottenne francese di Cagnes-sur-Mer Felix Croft a processo al Tribunale di Imperia dove questa mattina si sarebbe dovuta tenere un’udienza rinviata al 16 febbraio per l’assenza di due testimoni chiave dell’accusa sostenuta dal Procuratore Aggiunto Grazia Pradella: i due carabinieri che lo hanno arrestato al confine la scorsa estate.
Il giovane, difeso dall’avvocato Ersilia Ferrante, sin dal giorno della convalida del suo arresto, nel carcere di Imperia, (Leggi QUI) è stato sostenuto da decine di manifestanti cosiddetti “No Borders”, ma lo stesso ha detto di non far parte di nessuna organizzazione umanitaria, ma di farlo, piuttosto per umanità.
Croft, il cui caso ricorda quello di Cédric Herrou, (leggi QUI) contadino francese di 37 anni a processo a Nizza per cui la Procura transalpina ha chiesto una condanna a otto mesi con la condizionale e la messa in prova, venne fermato a bordo della propria station wagon nei pressi del confine con a bordo cinque cittadini nigeriani: marito, moglie e tre figli, nel tentativo di farli arrivare in Francia. Al momento del fermo l’uomo ha subito ammesso di aver tentato di portare i cinque nel suo Paese, ma non per soldi, come purtroppo spesso accade.
Francesco Li Noce