CRONACA | lunedì 27 marzo 2017, 17:41
Ventimiglia: distribuzione di cibo in strada,
Marmo (Caritas)
“Denunce e multe credo siano eccessive, sono persone che hanno cercato di rispondere ad un bisogno che si è accentuato”
“Purtroppo questa interruzione del servizio di accoglienza del campo – spiega Marmo – ha comportato il fatto di aver lasciato tutte le persone in transito, senza una risposta di accoglienza e quindi anche di cibo. »
“Purtroppo questa interruzione temporanea del servizio di accoglienza del campo, ha comportato di aver lasciato le persone in transito senza una risposta di accoglienza e quindi anche di cibo.” A dirlo è Maurizio Marmo, Direttore della Caritas Diocesana a commento di quanto avvenuto in questi giorni nella città di Ventimiglia, rispetto alle denunce dei tre componenti dell’associazione ‘Roya Cotoyenne’, per aver somministrato senza autorizzazione, una serie di pasti ad alcuni migranti in un parcheggio di via Tenda, nella zona di Sant’Antonio.
Provvedimenti che Marmo definisce eccessivi, soprattutto nella situazione in cui la città si trova in questo momento: con il Campo Roja sostanzialmente a mezzo servizio, per una serie di interventi di ristrutturazione e, ovviamente, numeri in crescendo dato anche l’arrivo della stagione più calda.
« Non è stato pensato e organizzato un intervento alternativo - spiega Marmo - e si parla, comunque, di un periodo che è stato almeno di un mese e mezzo e che continuerà finché non ci sarà la riapertura completa del campo. Noi avevamo scritto e chiesto per avere dettagli sia sui tempi che sulle modalità, ma non ci è stata data risposta.”
In questo periodo in cui il numero di posti al Campo Roja è effettivamente ridotto, il flusso di migranti in transito si è ampiamente riversato sul presidio Caritas a Ventimiglia e, ovviamente, sulla Chiesa di Sant’Antonio. Numeri a cui da soli è difficile far fronte: “La situazione riamane sempre un po’ complicata – continua Maurizio Marmo - perché il campo non è ancora tornato a pieno regime, non riesce ad accogliere tutte le persone che sono in arrivo e che stanno transitando da Ventimiglia. Solo la parziale riapertura, che è avvenuta un po’ di giorni fa ha migliorato la situazione, ma finché non ci saranno tutti i posti disponibili, sarà un problema.
Noi abbiamo intensificato le attività: oltre a continuare l’accoglienza a Sant’Antonio, offriamo un pasto caldo anche a pranzo, anziché solo il sacchetto viveri che diamo abitualmente a chi è di passaggio, proprio a fronte di questa situazione. Grazie anche ai volontari che si impegnano ulteriormente, riusciamo a dare una maggiore risposta. In questo mese e mezzo, abbiamo offerto un aiuto ad un numero persone che va dalle 60 alle 110, ogni giorno.”
L’ordinanza che vieta la distribuzione di cibo in città è di due anni fa, il primo cittadino di Ventimiglia la firmò nel 2015 a seguito dei continui arrivi di migranti e di una situazione che, soprattutto in stazione, stava diventando particolarmente difficile da affrontare: “Penso che da una parte sia importante sostenere e migliorare le risposte messe in atto – continua Marmo - il fatto che ci possa essere la nostra sede Caritas, la Chiesa di Sant’Antonio e il campo Roja, è indubbiamente importante, però se e quando questi aiuti non sono sufficienti, bisogna pensare come intervenire ed ovviare alla situazione. Se occorre dare un aiuto alimentare alle persone, allora bisogna trovare il modo per farlo. Tre centri sono importanti, ma nel momento in cui non sono sufficienti, bisogna pensare ad un’alternativa.
Il fatto che possano essere fatte delle multe o che si arrivi a delle denunce è eccessivo? “Secondo me sì – continua - perché comunque si tratta di persone che hanno cercato di dare una risposta ad un bisogno che, soprattutto in questa fase di interruzione del servizio dato dal Campo Roja, c’è ed è presente. Se ci sono persone solidali che si danno da fare, per certi versi è anche normale, è comprensibile soprattutto in questa situazione.
Come dice il Sindaco e diciamo anche noi: sicuramente unire le forze rispetto a quanto viene già messo in opera, è importante; però non è stato possibile farlo al 100% data questa interruzione dell’accoglienza al campo. C’era da aspettarselo, il passaggio continua, quindi finché c’è questo fenomeno noi siamo sempre stati dell’idea che ci si debba attrezzare, programmare per tempo e immaginare le soluzioni più complesse e le possibilità più difficili, poi se il numero dovesse essere minore alle previsioni, tanto meglio.
Ad oggi il problema maggiore resta quello dei minori non accompagnati, in costante aumento, soprattutto in questi mesi in cui il campo non sta offrendo un servizio completo: “Rimane questa difficoltà e, in prospettiva, lo sarà sempre di più. Il Campo Roja non li accoglie più tutti, però noi non riusciamo a far fronte a questo, soprattutto se i numeri aumenteranno. Chi dovrebbe essere maggiormente protetto – conclude Marmo - rischia, quindi, di non avere un’accoglienza adeguata.”
Simona Della Croce